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il camminare non è il mezzo ma il fine
meta da raggiungere 
per essere in presenza in ascolto 
e poter accedere alla danza


dubbi ed inquietudine si dissolvono
nel piacere del passo che da ritmo alla mente

cammino per riaccordare mente e passo
obbedendo ad un’arte appresa e nel tempo divenuta spontanea.
forte il desiderio di tramandarla individuandone le tappe scegliendo con cura i suggerimenti 
non dando per scontato che il camminare sia pratica cui tutti accedono con facilità.
danzo per rallentare la corsa 
per mettermi in ascolto dei moti e delle musiche interiori
per accedere al luogo della resa della volontà
dove permettere senza ostacolare né giudicare
per accogliersi ed incontrare dentro di sé e nella relazione.

 

 

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camminando ritrovo il dialogo tra silenzio e suono
la mente in accordo con il ritmo del passo
lo spazio ed il tempo per stare intimamente con sé.
entro in dialogo con il paesaggio e con ogni sfumatura del terreno
le asperità le morbidezze le salite le discese le aperture le strettoie le luci le ombre
variazioni su cui organizzo il mio incedere 
che mi portano in un territorio molto simile alla danza
in cui il gioco si trasforma in  piacere ed il piacere in accordo.
osservo il mio corpo dialogare con gli elementi 
come nella danza con ritmi e melodie.

divento energia in movimento aria che scivola sull’aria
peso che si appoggia al suolo acqua che scorre sull’acqua
corpo sospeso sospinto sostenuto.
cammino e danzo gioisco e contemplo
riconosco il piacere che provo nel danzare
mi unisco sensualmente alla natura di cui faccio parte.

danzando il corpo ricorda
ridiventa materia in dialogo tra le sfumature dell’essere
recupera la gradualità e la compresenza 
celebra riti e preghiere.

I cieli del deserto
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